Si inaugura giovedì 15 dicembre alle ore 19.00 nella Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa) la mostra "Sergio Scabar. Nel silenzio delle cose" .
Promossa dall’Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, l’esposizione a cura di Enrico Gusella si snoda attraverso una serie di fotografie caratterizzate da una forte impronta originale, dovuta alla particolare stampa alchemica ai sali d’argento che rendono le immagini di Scabar particolarmente suggestive e profonde.
Come afferma Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova, "un ruolo primario nelle fotografie di Sergio Scabar è ricoperto dalla spazialità, la quale si presenta come un mini palcoscenico, che muta di volta in volta in un podio o in un semplice telo che fa da scenario. La foto per Scabar è, quindi, un lavoro di messa in scena, la costruzione di mondi diversi, oppure in altri casi un mondo dove il buio annulla la scena che proietta lo spettatore nel vuoto dello spazio, immergendolo in un tempo senza sosta".
Per Angelo Bertani, invece, "ogni fotografia di Sergio Scabar, nel suo apparente e ben calibrato anacronismo, ci comunica immediatamente un senso di profondità" che si focalizza sullo sguardo come sottile immagine dei linguaggi visivi.
Così, "se fotografia significa scrittura con la luce, Scabar ci spinge alla ricerca del valore minimo di luce che può coincidere con il valore assoluto di un linguaggio" che gli è proprio.
Ma un altro importante segno per il fotografo è la cornice in cui è inserita la fotografia, quale parte integrante dell’opera che delimita il proscenio della sua indagine, e indica una sorta di "finestra percettiva", alla quale, per prima ha preso parte la pittura nella sua rappresentazione del mondo.
Anche così il linguaggio fotografico di Scabar risulta essere in continuità con la storia e con la tradizione visuale come quella della pittura.
In questo senso le fotografie dell’artista goriziano sono "nature morte" che traggono motivi di ispirazione proprio dai grandi maestri della pittura, come De Chirico o Morandi.
Tuttavia quello che interessa a Scabar è sì fermare con la fotografia un attimo del divenire delle cose, ma soprattutto un istante significativo di un tempo lungo e di un esistere.
Nelle sue immagini il tempo si ferma, lasciando parlare i segni del suo scorrere, fissati nella grana della pellicola e della carta.
Anche in questo modo la fotografia di Scabar intende riscoprire l’aura e il valore quasi sacrale di flagranza e di autenticità dell’opera.
Sergio Scabar nasce a Ronchi dei Legionari (Gorizia) nel 1946, dove vive e lavora. Comincia ad interessarsi alla fotografia nel 1964. Dal 1966 al 1974 partecipa a concorsi nazionali ed internazionali con fotografie caratterizzate dalla finalità del racconto e del reportage. Successivamente, negli anni Ottanta, il suo lavoro prende una svolta sostanziale in quanto la figura umana scompare dai suoi lavori ed il suo interesse si concentra sulla natura, sublimando l’aspetto materiale e concettuale. Con le opere "Il teatro delle cose" (1996), inizia una stampa alchemica ai sali d’argento - "unico esemplare". Il metodo di lavoro artigianale emerge maggiormente rispetto alle opere precedenti: vi è allora il contatto con i materiali, il riappropriarsi dei metodi, attraverso l’uso dei rapporti chimici e sensoriali, uniti, nella ricerca dell’essenza della creatività.
Nel 2003, Scabar, riceve dal C.R.A.F. il premio "Friuli Venezia Giulia Fotografia". Nel 2008 pubblica, per Marte Edizioni, il volume "Silenzio di Luce", e nel 2010 "Cidinors" edito dall’Associazione Culturale Colonos di Lestizza, in provincia di Udine.
InformazioniMostra promossa dall’Assessorato alla Cultura - Centro Nazionale di Fotografia, a cura di Enrico Gusella
Mostra a cura di Enrico Gusella
Padova, Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa)
15 dicembre 2011 - 22 gennaio 2012
Centro Nazionale di Fotografia
Palazzo Zuckermann - Corso Garibaldi, 29
35122 Padova
Tel. + 39 049 8204518 / 8204530
Fax + 39 049 8204532
e-mail:gusellae@comune.padova.it
cnf@comune.padova.it
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