Si inaugura giovedì 5 maggio 2005 alle ore 18.30 nelle Scuderie di Palazzo Moroni, la mostra "Andrej Tarkovskij. Luce istantanea".
La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia in collaborazione con Ultreya - Milano e Fondazione Andrej Tarkovskij - Firenze Parigi Mosca, presenta il secondo appuntamento del ciclo dedicato al cinema d’autore e ad alcuni dei suoi più importanti protagonisti.
Attraverso atmosfere oniriche ed evanescenti e netti tagli di luce, che introducono in ambienti scarni e privati, il pubblico viene accompagnato alla scoperta dell’opera fotografica, ancora poco nota, di uno dei massimi esponenti del cinema russo.
In 60 scatti a colori si snoda l’itinerario interiore di Andrej Tarkovskij, dalla casa della sua infanzia in Russia, restituita attraverso una vecchia fotografia, ai luoghi del suo esilio italiano, passando per il ricordo nostalgico degli affetti familiari lasciati in patria; immagini di luoghi lontani invisibilmente legati da un alone malinconico, che sembra avvolgere l’intera esistenza umana.
Nelle polaroid di Tarkovskij ritroviamo i volti della sua vita, della donna amata come del figlio Andrej: figure drammatiche che riappaiono trasfigurate nei suoi film dell’esilio, da "Nostalgija" a "Sacrificio". Attraverso i paesaggi della Russia, come quelli dell’Italia, scopriamo un percorso della luce, che rivela la grandezza e la responsabilità dello stare al mondo, chiamati a vivere secondo un nome unico e irrepetibile.
Ed è proprio la luce a "costruire" le immagini e ad unirle in un personalissimo diario emozionale: pagine che raccontano gli spazi della vita di Tarkovskij, realtà create da una misteriosa quanto evocativa materia luminosa che dona forma al loro stesso essere.
Il celebre regista russo ferma la fuga del tempo con rapide occhiate, che oggi restituiscono una parte del suo lavoro. "Immagini come voli di farfalle - ricorda Tonino Guerra - attorno agli occhi di chi sente la brevità della vita, con la consapevolezza che tutto è fatto di sguardi fuggevoli da tenere accanto per un viaggio che ha respiri affannati".
La malinconia di vedere le cose per l’ultima volta è la sostanza più misteriosa e poetica che ci lasciano gli scatti in mostra. Queste immagini a colori sono come una miniatura; eppure proprio questa ristretta dimensione, al limite estremo della visibilità, fa scaturire tutta la forza e tutta la dolcezza della luce che le ha plasmate, attraverso gli occhi e il cuore del loro autore, chiedendo l’umile gesto di avvicinarsi e chinarsi con attenzione su di esse.
BiografiaAndrej Tarkovskij, figlio del celebre poeta Arsenij Tarkovskij, nasce nel 1932 a Zavrazie, un piccolo villaggio sulle rive del Volga. Nonostante le condizioni disagiate della famiglia, la madre cerca di dare al giovane Andrej un’ottima educazione artistica, iscrivendolo alla scuola settennale di musica e a quella d’arte figurativa. Nel 1951 si iscrive all’Istituto degli Studi Orientali, dove studia l’Arabistica. Presto scopre di non avere particolare interesse per la lingua araba e passa ad un istituto di ricerca geologica, lavorando in una spedizione in Siberia. Nel 1954 torna a Mosca per iscriversi al VGIK, prestigioso Istituto Cinematografico di Mosca, dove studia la regia nella classe del professore Michail Romm, e si diploma con il cortometraggio "Il rullo compressore e violino". Lavora quindi negli studi cinematografici della Mosfilm, dove girerà la maggior parte dei suoi film. Nel 1982 Tarkovskij arriva in Italia per girare Nostalgija, una coproduzione italo-russa, che gli farà maturare la decisione di rimanervi, per compiere altri progetti artistici. A seguito di ciò si inasprisce la polemica con lo stato sovietico, che accompagnava da sempre il lavoro del regista; condizione, questa, che lo spingerà a scegliere l’Occidente quale luogo di residenza definitiva, nonostante la lontananza dai suoi familiari e dai luoghi della sua infanzia. Nel 1986, già compromesso dalla malattia, termina la lavorazione del suo ultimo film: "Sacrificio". Nel dicembre 1986, consumato dal cancro, si spegne a Parigi. Viene sepolto nel cimitero ortodosso russo di Sant-Géneviéve du Bois, vicino a Parigi.InformazioniMostra promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia, in collaborazione con Ultreya-Milano e Fondazione Andrey Tarkovskij-Firenze Parigi Mosca.
Mostra a cura di Giovanni Chiaramonte e Enrico Gusella.
Direzione della mostra: Alessandra De Lucia ed Enrico Gusella.
Padova, Scuderie di Palazzo Moroni, Via del Municipio 1.
Da martedì a domenica: 9.30 – 12.30, 15.30 – 18.30. Chiuso il lunedì.
Ingresso libero.
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